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Correnti del Pensiero Orientale
Filosofia Orientale
“Il cambiamento non è mai doloroso. Solo la resistenza al cambiamento lo è.” Buddha
In tutto il mondo gli uomini da sempre cominciarono a porsi domande radicali sull’esistenza. La filosofia occidentale ebbe origine nelle polis greche con filosofi come Eraclito, Socrate e Platone, ponendo le basi della cultura occidentale, mentre le Filosofie Orientali sono quelle tradizioni di pensiero che sorsero nel continente Asiatico.
I principali centri culturali dell'Oriente antico furono: l'Egitto, la Mesopotamia, l'Iran. La cultura egiziana era dominata dall'idea di una esistenza ultraterrena; il suo universo religioso, era popolato da numerose divinità. In Mesopotamia, sorsero le civiltà: sumera, accade, assira e quella babilonese, patria di molti poemi cosmogonici. In Persia circa nel VI a.C. ci fu Zoroastro che fondò una religione monoteistica, caratterizzata da forti tratti dualistici, ponendo la distinzione tra bene e male all'origine delle cose.
Il Medio Oriente fu luogo di origine delle tre grandi religioni monoteistiche con un dio creatore onnipotente: l'ebraismo, il cristianesimo e l'islamismo.
Le culture occidentali ed orientali, si scontrano spesso per modo di pensare e vivere. In Oriente prevalgono ragionamenti di tipo deduttivo, osservatore e spirituale, mentre in Occidente prevalgono quelli di tipo analitico, oggettivo, induttivo, materiale e concettuale. Ma in entrambe le branche filosofiche si riscontrano aspetti pratici.
Nella filosofia orientale è continua la ricerca di una vita serena, beata e domina il concetto di una storia e di un tempo ciclico. Le origini della filosofia indiana sono riportate nei Veda che sono suddivisi in quattro parti. Le parti più antiche si fanno risalire circa al XV a.C. a queste si aggiunsero altri testi dove si trovano i temi fondamentali della filosofia indiana.
I grandi filosofi orientali passati, che hanno gettato le basi della cultura orientale, continuano ad essere il fondamento del pensiero orientale che originò dagli insegnamenti di quattro grandi personalità, vissute nello stesso periodo storico: Confucio, Buddha, Lao Tzu e Sun Tzu, il famoso generale e filosofo cinese, a cui si attribuisce uno dei più importanti trattati di strategia militare di tutti i tempi. Taoismo, confucianesimo e buddismo sono le tre filosofie principali in Cina e nell’Estremo Oriente.
Il buddismo fu avviato in India, sviluppato poi in Cina e ulteriormente esteso a Giappone e Corea, dal risveglio di Siddharta Gautama. Ebbe così inizio la tradizione spirituale che consisteva nella presa di coscienza, della sofferenza diffusa nel mondo e soprattutto delle cause che la producono. Per un lungo periodo, il buddhismo mise radici in Cina, mescolandosi con il pensiero confuciano e taoista. Aveva un forte richiamo popolare e le sue idee hanno avuto un notevole impatto sulla filosofia, la letteratura e l'arte cinesi, condannava gli eccessi, sia il puro appagamento dei sensi, sia la loro mortificazione, incoraggiando ad una sana via di mezzo.
I cinesi adattarono questa dottrina alla loro cultura, che dalla Cina si diffuse in Giappone dove divenne il buddhismo Zen, che incoraggiava a collegarsi con il mondo interno, a sentire la realtà del momento, liberi dai condizionamenti della mente, del corpo fisico, della personalità, degli attaccamenti, del tempo. Il pensiero Zen identifica nella natura della mente, l’origine dei comportamenti distruttivi, del pensiero malato, delle idee tossiche. La filosofia in Cina non è staccata dalla vita e la pratica è considerata inseparabile dalla teoria.
Secondo le dottrine tradizionali cinesi tutto procederebbe dalla lotta e dall'unione di due principi fondamentali, yang principio maschile attivo e luminoso; yin principio femminile passivo ed oscuro. Da questa matrice di pensiero si svilupparono le due correnti fondamentali della storia del pensiero cinese, il taoismo e il confucianesimo.
Nel Confucianesimo, che trae le sue origini dall'opera di Confucio, l’accento è stato posto sul retto comportamento, sullo sviluppo dell’umanità dell’uomo, che si ottiene coltivando il sentimento e le virtù sociali. I suoi valori erano la solidarietà, la benevolenza, la giustizia, la lealtà, il rispetto per gli anziani e i superiori, il culto degli antenati. I confuciani, predicarono l'intervento attivo, enfatizzavano l’importanza dello studio, inteso soprattutto come formazione morale, e la messa in pratica quotidiana, delle norme apprese dalla vita dei re e dei saggi del passato.
Lao Tzu, il filosofo fondatore del taoismo, fu uno dei più grandi filosofi cinesi dell'antichità, l’essenza della sua dottrina è il tao, principio universale di tutte le cose, che presiede al mondo, sul quale si basa l’armonia di ogni essere e l’armonia della vita dell’uomo.
È un’entità indeterminata che rappresenta il continuo mutamento della natura e il suo alternarsi tra fasi positive e fasi negative, a cui l’uomo deve adeguarsi e non cercare di modificare. Gli elementi fondamentali del pensiero taoista, sono il principio del non agire e la concezione dell'individuo quale parte integrante del tutto, originato dal principio cosmico, dal quale trae forma e sostanza.
“Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo.” Confucio
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