Consulenza Filosofica e Libroterapia
Crossmedia Transmedia Multimedia
Letteratura e Media
“Non racconti una storia solo a te stesso. C'è sempre qualcun altro. Anche quando non c'è nessuno.” Atwood
Nel corso della seconda metà del XX secolo la crescita tecnologica ha subito un grande sviluppo in vari contesti, come quello dei mezzi di comunicazione. Con la nascita e la diffusione della rete Internet, si creano nuovi dispositivi come telefonini, tablet e computer e oggi la televisione non è più il principale mezzo di comunicazione.
L’evoluzione tecnologica ha comportato un cambiamento nella produzione e distribuzione di contenuti, che variano a seconda del mezzo cui sono destinati e alla tipologia di consumatore a cui sono rivolti. I termini crossmedia e transmedia fanno riferimento entrambi a narrazioni distribuite contemporaneamente su più canali di comunicazione, ed hanno in comune il riferimento a universi narrativi.
Il contesto in cui si sviluppano questi fenomeni rientra in un panorama mediatico che è innovativo, convergente, quotidiano, interattivo, partecipativo, globale, generazionale e ineguale.
Queste sono le caratteristiche che accomunano i nuovi mezzi di comunicazione, secondo Henry Jenkins, il sociologo che teorizza come le nuove tecnologie stanno cambiando la cultura del nostro tempo. Secondo il teorico la narrativa transmediale è una forma narrativa che, muovendosi attraverso diversi tipi di media, contribuisce a perfezionare ed integrare l’esperienza dell’utente con nuove e distinte informazioni, ed è riscontrabile come una naturale conseguenza della convergenza multimediale.
La Multimedialità prevede l’uso contemporaneo e sinergico di molti media, come testo, suono, immagini, video, ad esempio i dvd sono prodotti multimediali perché utilizzano strumenti comunicativi diversi in un’unica esperienza.
I fenomeni transmediali sono importanti in termini di coinvolgimento, veicolano mondi narrativi complessi che ampliano e integrano l’esperienza dell’utente fino a renderla totale. Fumetti e videogames per esempio, non funzionano solo come rinforzo alla storia principale, ma servono per crearne delle nuove. Quindi la narrazione transmediale, non racconta mai la stessa storia e si distingue nella sua unicità, anche se a quella fa riferimento a quella principale.
La transmedialità espande un universo narrativo attraverso diversi media, possiamo pensarla come ad una storia che viene frazionata e proposta in canali diversi e per poter avere un quadro completo della vicenda, è necessario rintracciare ogni pezzo su tutti i canali su cui il racconto prende forma.
Questo tipo di narrazione ha l’obiettivo di creare esperienze di consumo unificate e trasversali, quindi rivela motivazioni economiche, perché vendere contenuti narrativi diversi ma connessi, proponendoli in canali diversi, permette sia di rinnovare l’offerta di un’esperienza di svago totale, sia di variare le possibilità di consumo degli utenti che fruiscono della narrazione. Inoltre il vantaggio di utilizzare media diversi aumenta la possibilità di coinvolgere un pubblico variegato, per fascia d’età e preferenze.
Il progetto crossmediale invece è un adattamento che crea nuovi punti di accesso alla narrazione, si concentra sul racconto e la trasmissione di un’unica storia, attraverso l’uso di canali multipli, ma non contribuisce all’aumento della conoscenza del mondo narrativo.
Con il termine crossmedia si intende una storia che viene adatta ad un canale diverso, quindi il contenuto è lo stesso, ma viene tradotta in base al linguaggio del canale scelto per trasmetterla; ad esempio le trasposizioni cinematografiche dei libri o dei fumetti. I vantaggi della narrazione crossmediale sono principalmente in termini divulgativi. Trasporre una storia da un canale all’altro, fa in modo che la storia possa raggiungere diverse persone che hanno diverse preferenze, infatti c’è chi predilige il testo scritto, chi invece il film.
“Chi racconta qualcosa fa capire facilmente se racconta perché il fatto lo interessa, o se perché vuole interessare col racconto. In quest’ultimo caso esagererà, userà superlativi e farà altre cose del genere. Egli racconta allora di solito meno bene, perché non pensa tanto alla cosa quanto a se stesso.” Nietzsche
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